Le vostre Poesie
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Compagni poeti
ai fratelli
in un giorno di torre con campana
in ora dolorosa di papaveri
in un minuto di terminante basta.
Dobbiamo dare battaglia.
per ogni bomba cento versi rigorosi
per ogni sparo una colomba.

(Gabriel Impaglione - Argentina)




Da domani... la speranza...


Mi spezzasti il cuore
quando dicesti: "me ne vado".
Mi spezzasti il cuore
quando girasti le spalle
e ti vidi scomparire
dietro una cortina di fumo...
Il fumo...mi stava avvolgendo,
mi stava annebbiando la vista...
usciva dal mio cuore,
che ormai in frantumi
si era incendiato.
Da allora ogni piccolo frammento di cuore
ogni piccolo frammento d'amore
ho cercato di donarlo a qualcun altro,
ma mai più mi è stato concesso
di rimettere insieme i pezzi.
Dovrò adattarmi a vivere
una vita col cuore spezzato.
Ad ogni modo cercherò
di non perdere la speranza...
Forse un giorno tu ricucirai i frammenti,
oppure qualcun altro che mi amerà di più.
Aspetto fiduciosa quel giorno,
forse il desiderio si avvererà.
Addio amore che spezza il cuore!
Da domani cercherò di dimenticare.





E poi dici che non sei un Poeta


Odo uno scintillìo di note,
vengono sprigionate dalla tastiera di un pianoforte,
suoni conosciuti, ma sempre come nuovi:
Chopin, Strauss, Bach, Mozart, Debussy, Beethoven...
Sembra che tu non suoni le loro,
bensì opere nuove che appaiono a me dedicate.
Un baluginìo di note pervade la stanza,
non oso disturbare,
ho paura che entrando
possa spezzare la magìa del suono.
Dici di non essere un Poeta,
di non avere mai scritto una Poesia,
ma sei un artista
e un artista compone ispirato
da parole che vengono dal cuore
e poi, spiegami com'è
che pochi giorni fa hai scritto
la tua prima Poesia?
Come vedi sei anche Poeta
e forse non lo sapevi,
io te lo sto facendo capire.
Il tuo cuore è sempre così
giovane e innamorato
e continuerà a comporre.
Le dita sul piano scorrono veloci
poi leggere poi ancora veloci,
mi affascina ascoltarti,
mi commuove e anche se non lo dici
è vero che stai suonando per me.
Tutto è musica e passione
il cuore vibra di emozioni
dagli occhi scendono lacrime ma di felicità.
Ti prego, continua a suonare
pianista dai dolci pensieri,
io continuerò ad alimentare il mio cuore
al suono delle tue note.





Fuscelli


La mia testa è pregna di riflessioni dolorose,
intorno a me si consumano le tragedie degli uomini.
I pensieri sono come fuscelli,
preda delle bufere della vita,
sono come letto di fiume
corroso dalla siccità.
Il dolore opprime l'anima
che ne resta traumatizzata.
La natura ci riserva delle sorprese,
molte delle quali amare,
per dirla come Leopardi
"la natura ci è matrigna":
essa è come un' amante
che ci regala voluttuosamente
gioie e dolori.
Mai sazia del nostro correre
per i sentieri impervi e aridi
della nostra Terra,
ci dispensa Sole e Nuvole
Vento e Arcobaleni,
Albe lucenti e Tramonti di fuoco,
un po' ci è complice, un po' nemica,
ci prende fra le sue braccia
per poi lasciarci cadere rumorosamente
facendoci sentire male.
I miei pensieri...
fuscelli carichi di responsabilità
che il vento spazza
attimo per attimo.
Un giorno la mente riposerà
troverà la pace...
Quando sarà ?





La vera vita


La vita che non c'è io la sogno,

la vita che desidero un giorno ci sarà,

il sorriso che non ho più qualcuno me lo ridarà.

Il Sole, la Luna, gli Astri tutti

mi aspettano per festeggiare insieme...

non so quando si farà

ma questa festa ci sarà,

festoni illuminati e multicolori

mi accoglieranno,

canti e danze mi accompagneranno

lungo la via del sorriso,

lungo la via della vita vera,

la vita che non c'è, ma ci sarà.





Lacrime profumate d'amore


Le mie lacrime si profumarono d'amore,
le mie labbra si addolcirono
nel pronunciare il tuo nome,
il mio cuore vibrò nel guardarti,
i tuoi occhi si accesero di passione
mi donarono un sorriso lungo e dolce
che rimase impresso nei miei occhi
e te lo rimandarono.
Le nostre mani si congiunsero
e si parlarono d'immenso.
Palpitavano i nostri cuori all'unisono
immersi nell'azzurro spumeggiante dell'oceano.
Andammo poi nel cuore della notte
su una barca a vela,
perché ci portasse sull'orizzonte sconfinato
del nostro vivere l'amore.
Niente più baci, niente più parole,
solo sguardi accesi d'emozione
illuminavano il grande buio.
Fummo trasportati al largo
sopra vasti dorsi di sirene voluttuose
che trasferivano in noi
i mille colori delle loro guaine.
Eravamo soli nell'immenso mare
che ad un certo punto si separò dalla Terra
e ci trasportò in alto,
in alto sopra la Volta Celeste.
Nessuno più ci ritrovò...
Soltanto qualcuno ancora oggi crede
di vedere di tanto in tanto
due angeli senza ali
che solcano il tramonto dorato
all'orizzonte dell'anima.





L'attimo fuggente


Quando all'alba mi sono risvegliata
ho sentito il canto di un usignolo,
il cuore batteva ancora forte
emozione e incanto
per il sogno appena sognato,
tu stavi con me
e appagato mi stringevi,
le tue mani sul mio viso
trattenevano una lacrima,
sulle mie labbra
tratteggiavano un sorriso,
io baciavo le tue mani
poi posavo la mia bocca sulla tua,
avevamo appena "vissuto"
il nostro attimo fuggente
ma non volevamo accettare
di doverci lasciare,
ti stringevo forte,
cercavo di tenerti ancorato a me
con una malìa,
quella della mia voce
che, tu dici, ti affascina tanto,
tu non puoi vivere senza la mia voce
allora ti ho parlato
dolce, suadente
e sfiorando i tuoi occhi
con tanti piccoli baci
ho assaporato infine una tua lacrima
"devo andare" mi hai detto,
"devo...però non voglio"...
Io dunque ho lasciato
che ti staccassi da me,
l'amore è anche libertà, mi dico...
ho lasciato che te ne andassi,
ma prima di andare
hai promesso che ci ritroveremo,
io aspetterò con trepidazione
la nostra prossima occasione.





Non attimo fuggente ma eternità


(nda : non si tratta di una poesia, ma l'ho inserita in omaggio all'autrice perché è una dolce lettera d'amore, delicata e solare, una poesia in prosa, come dice il titolo della raccolta, "senza tempo né dimensioni")

Non attimo fuggente, ma Eternità.

Sono stata scema, a pensare che lasciandoti sarei stata bene, saresti stato bene...come fosse facile scordare tutto ciò che abbiamo fatto insieme, e tutto ciò che non abbiamo fatto, si...che non abbiamo fatto, poiché sono tante le cose che non possiamo fare, ma sono pure tante le cose che facciamo insieme; scrivere ad esempio, riusciamo a scrivere tanto noi due insieme: poesie, musica, canzoni, romanzi, soprattutto il romanzo della nostra vita, il più bello che sia mai stato scritto da penna "umana"; e poi parlare, parlare, parlare, raccontarci, confidarci, capirci e parlare d'amore, sembra facile parlare d'amore...non lo è, quando non s'incontrano due anime affini, non lo è se non quando la mano dell'Uno scrive con la penna dell'Amore guidata dalla mano dell'Altro; Tu mi hai detto: "scrivo con la mia mano ma con la penna intinta nel tuo inchiostro". Meraviglioso pensiero che solo un innamorato vero poteva "pensare"; ed io mi sento davvero l'inchiostro della tua penna, e Tu sei il pensiero della mia mente, il battito del mio cuore, il cuore della mia vita, la vita della mia esistenza, poiché esistenza non sempre vuol dire "Vita"...ecco, Tu sei la vita della mia esistenza. Il mio esistere ora fa sì che io sia un orologio in perfetta sincronia col tempo, questo tempo fatato che mi sta concedendo una "fetta" di vita stupenda, una "fetta" dolce che mi consente un attimo di felicità non tanto fuggente. Il meccanismo del mio orologio lo riterrà a lungo, a lungo, a lungo...e da un attimo diverrà Eternità.. Grazie Amore mio, amore giunto dalle profondità del mio desiderio, grazie per essere adesso con me, oltre il senso un po' banale del quotidiano che non largiva più pensiero sereno ma solo un inquieto respiro intriso d'ansia e ripetitività stagnante privo di speranza e calore, quel calore che dà senso ad ogni cosa, grazie Amore mio, perché entri nel mio cuore ogni giorno come una dolce carezza per lenire le ferite che inevitabilmente la vita mi aveva dispensato prima che tu arrivassi. Ora so che per sempre (questo "per sempre " , per me ha un ineguagliabile valore! ) tu sarai in me e perciò mi accosto a te per accoglierti ogni giorno di più e non permetterò più alla vocina nel profondo del mio essere, tanto insidiosa, di mettersi fra te e me, giuro!


(Dedicata a F. )

(Da "Lettere d'amore senza tempo né dimensioni" )





Petali di rosa sulla mia anima


Mi offristi una rosa e una coppa di champagne
mi inebriai e di rosa mi profumai.
Mi guardasti negli occhi
e vedesti brillare una lacrima
io la gustai, era salata
ma la sentii dolce
come il suono delle tue parole,
mi dicesti che ero bella
come tu mi avevi immaginata
ed io, che bella non fui mai,
mi trasformai in una rosa
brillante e spumeggiante
dentro gli occhi tuoi.
Non parlavo, non potevo
avevo un nodo in gola,
ancora ce l'ho,
ancora non riesco a scioglierlo
per dirti a distanza e dopo tanto tempo
quanto mi rendesti felice quel giorno.
Quel giorno si è cristallizzato
nella mia anima,
circondato da mille petali
nati da un'unica rosa,
quella rosa che mi donasti, dedicata dicesti,
alla mia grande dolcezza.
Uomo favoloso
ti amo e ti amerò sempre,
serberò nel mio cuore
la tua dolcezza
la tua finezza
la tua galanteria
che ti rende unico
e ti rende solo mio.
Sono stata privilegiata dalla Sorte
quando ti ho conosciuto,
rimarrai in eterno dentro me
come ricordo prezioso,
sensuale, irripetibile...Grazie!








Para Alejandro Doria


Amarillado vibra el Otoño
junto al crujimiento de las hojas.

Los últimos destellos
como rayos de tiza
caen al agua de la fuente.

Miriñaques manchados de barro
frutos de utilería
en el ala de los sombreros.

Un paisaje virreynal
como frunciendo la prisa del aliento
del estudiante
sentado de espaldas
al Palacio de Tribunales.





Mi Patria


Es la ciudad
que esconde mis alas.
Horizonte de mis tíos.

Un punto rojo
tildando el mapa del hambre.
El barrio donde nací
sin el vientre de mi madre.

Calles de adobe y paja
mástiles sin bandera.

Los sepelios cargan la noche
y los sonidos de guerra
exilian las nubes blancas.

En los bares de copa
rincón de los vencidos
repleta el miedo o el anhelo
de dejar de parecernos.





Ventaja


Ventaja de esta nostálgica ciudad
delirante en sus axiomas
es el afán de su gente sin corpiño
por resguardar el prestigio
de las iglesias
y opaco el brillo de los prostíbulos.





Levedad


Voy a saber
de mi estado de levedad ocurrido
con el inicio de un movimiento
o relación que exige el cuidado de
mecanismos de seducción
fabricados por la piel
sin mediar la palabra.

Voy a vaciarme de toda petulancia
que pudiera impedir el control
del alcance de ese poder deseante
que a mi venga.

Voy a proponerme.





La noche


De pronto
rebota el sol
en la superficie verde seca
y comienza
a crecer desde abajo
como nuevo manto de augurio
rezagada sombra
que obliga a los pájaros
a decidir cual andamio.

De pronto nos invade
la prepotencia de un deseo
usual y sincero
que divide en dos
las implicancias de la noche.

De pronto como una bala
que de pronto fabrica sus agujeros
ese labio repetido en mi boca
promulga un desorden
pariente de la madre
y de la muerte.








Cercarsi ancora per chiudere il cerchio


Di questi aneliti
di quest'ansia sottile
quotidiana
della gioia
del contagio di corpi
e poi dei tormenti
a decomporre lo spirito,
di tutto questo,
come delitto perfetto,
non resterà traccia.

Non anime giovani
a perpetrare stirpi,
non ricordi narrati
da nonni
a fil di voce commossa,
solo le nostre vite rinate,
lontane anni luce,
continueranno caparbie
a cercarsi ancora
per chiudere il cerchio.

Un Dio severo
insegna
leggi dell'Universo
ed io a capo chino,
sul banco intriso di propositi
per medicare errori fatti
ho concepito
solo boriosi latrati
invece
avrei dovuto girar la ruota,
che dalla gioia nulla ho imparato
e solo il soffrir mi è grato.





Autunno


Incendio di fronde,
prati canuti di nebbia,
natura sonnecchia
godendosi tiepidi raggi
di pallido sole.

Cortecce nude di gemme,
bosco profuma di funghi,
umidi afrori offerti dal vento
consigliano scorta di cibo.
Foglie cadranno tra breve.

Freddo ancora irreale
arrampica sulle mie gambe,
traspone il silenzio del cuore,
desideri bacati di vermi,
natura che spegne l'ardire,
già sento l'inverno arrivare,
vorrei solo dormire,
sognare.





Il tempio di sale


In questo tempio di sale
non so più accoglierti,
su questo altare
non so più immolarmi,
non so più porgerti offerte,
stantio l'incenso
odora della mia tristezza,
fiori secchi senza malia,
crepitano nelle mani
tosto sono polvere grigia,
pure il vento rifiuta di ghermirli.

Eppure ogni giorno
scosto ragnatele e spolvero il leggio
riprovo con parole nuove
arieggio il tempio
faccio entrare luce
ma poi la tenebra riprende il sopravvento,
e al buio mi rimetti sull'altare.





Ti rinuncio


Ricordo un sogno
che greve cerca spazio,
allarga la denuncia,
richiede il mio consenso,
lo ascolto,
pagherò lo scotto ma
rinuncio
da sola non posso
scaldare me
scaldare te
dipingere una storia
aggiungere magia,
rinuncio.

Non ha senso spremere ancora sangue,
il mio
in questo guscio marcio,
per affogare il verme della noce.
E tu mi lasci l'onore
e l'onere di essere assassina,
di un sogno, certo
non del verme...
in fondo sono un'artista
non un'alchimista.

Ti rinuncio.





La paura


Umido orlo di brughiera,
nebbia penetrante,
brividi,
so che non è freddo
è solitudine,
è aspettativa,
è negato desiderio.

Se accenderai il camino
tremerò anche di più,
la fiamma non mi rassicura,
evoca consumo,
rapido
ma non indolore.

Le cortine pesanti celano,
la luce dentro vuol scappare,
come me non trova varco,
è paura,
è paura di andare,
è paura di restare.





Sono così stanca...


Sono stanca del tuo nulla,
stanca di doverti provocare,
di testa e di sesso,
stanca di mute attese,
almeno non prometti,
vero,
non menti,
vero
ma dolce mi sarebbe una bugia,
oggi bacerei anche Ulisse,
mi desse uno spiraglio.

Tu taci,
o di sincerità fai vanto,
sadismo camuffato.

Intanto distribuisco fette d'anima,
boccali di sentimento,
vassoi di umanità,
distribuisco al mondo,
a chi ne vuole,
qualcuno si serve doppio,
è il mio destino,
a te non importa nulla
perché aspetti il piatto unico,
l'unico che ti interessi.
Servito,
anche stavolta,
ma, credimi,
sono così stanca.





La conchiglia innamorata


Da quel giorno mai ho dubitato
che tu giungessi a me da altre vite,
sapevo che mi avresti cercata tra le conchiglie
del tuo amato mare.
Ed io ti aspettavo su uno scoglio,
eppure mai onde furono più alte,
mi vedevi e poi non ero più,
in segreto fremevo nell'attesa delle tue mani
che mi avrebbero rubata alla roccia.
Una notte c'era la luna piena,
e nel chiarore platinato
rubasti la mia conchiglia al mare,
la divorasti,
avido, famelico, questo tu sei,
ma io sapevo,
io ti chiamavo negli echi di ogni guscio,
e grato mi fu anche morire,
cederti il mio dolce succo,
nutrirti del mio amore,
e grato mi sarà mille volte tornare,
cercami ancora...
forse sarò un frutto oppure un fiore.





Il granchio


Mi scivoli
sgusci via
salato e piccante
aprirti il guscio
impossibile
temo le tue chele
ed ancor più il silenzio
profondo e marino
in cui ti abissi
rischio le mani
alla tua ricerca
rischio di peggio
quando ti trovo
strido la mia paura
come sirena
dal mio lido solitario
ma ti voglio
disperatamente
ti voglio.







Presentazione


Mi chiamo Eleonora. Sono nata in una sera di primavera. La Mamma mi diceva sempre, ch'ero un miracolo vivente. Ero destinata a morire prima di nascere, invece vivo e canto alla vita: mistero meraviglioso che nonostante i dolori che presenta, merita d'essere vissuta. La mia libertà si chiama perdono, perché ha spezzato le catene che mi tenevano prigioniera in risentiti ricordi che m'intristivano; perciò nonostante il grigiore del mondo: spero, vivo, canto e trasfiguro la realtà della vita in poesia. Ricerco un linguaggio semplice, rispecchia la mia personalità ed esprime il mio essere. Ho un fare molto schietto, amo la gioia, la spensieratezza, le fiabe e le favole, amo tutto ciò che sa di bellezza e di giustizia. Amo la Vita e l'Amore, la bellezza, i sorrisi e la gioia, le corse e tuffi nell'erba, bagnarmi sotto la pioggia; la montagna e la campagna, scarabocchiare e forse anche un po' disegnare. Amo la dolcezza e la tenerezza e quel po' di malinconia che ultimamente accompagna la mia poesia.





Dipinto di tenera follia


Uno spiraglio di luce,
la via appare faticosa
nel fitto buio di questa stanza.
Arcani pensieri nella notte in
tracce d'ombre sulle pareti.

Percorro sentieri vergini
raccolgo pinoli di vita
un passerotto caduto dal nido.

Dolce incoscienza abbraccia il cuore,
magia sotto il cielo,
biancospino fiorisce in
tramonto d'autunno.

Ruscelli scorrono nel bosco
giochi di bimbi nei baci dei sogni
voci segrete: indimenticabili momenti.
Il sole tra le mani.

Tu esisti, in questo mio
dipinto di tenera follia.





In geyser di sentimenti


Nessun tocco sulle guance
nessun rimpianto
rose e spine mi sorridono
quando il cielo s'oscura.

Assorta la mente scivola
in geyser di sentimenti.

La luna
nasconde le mie lacrime
e il giorno mi fa tornare
bambina.

Regina nei Suoi pensieri
in questa terra straniera
canto la nenia della mia
ninnananna.

Nessuno potrà separarmi dal Suo amore!





Notturno il suo codice...


Vagano i pensieri!
Sul letto,
fogli dispersi in titoli e categoria.
Nella penombra della stanza
la radio imprigiona motivi.
Rimembranze di giorni trascorsi
trascinano colori ed ombre.

Pallidi strati di luce
ancorati a teneri versi
profumano di mattini.
Scende dal cielo
pioggia di desideri
camuffa e imperla i vestiti.

Notturno il suo codice
redime poesia.





Avvolto in scatole di cartone...


Enigma nell'aria.
Tonfo nell'anima soffoca
gemiti. Onde di pensieri
vergano gli atolli della mente,
silenzio avvolge.

Cade la pioggia, gli alberi
stanchi si piegano al vento.

Tocchi d'orologio
folleggiano nel buio.
Uggiola un cucciolo gitano
piange tristezza tra fronde
di quercia.

Sdrucite parole, sconditi sorrisi
frasi d'occasione,
inutili promesse vagheggiano
entro gli astri annoiati,
eclisse d'amore
oscilla tra fili di Luce.

Filosofia sterile, inganna il cuore della Vita
avvolto in scatole di cartone, muore,
senza Natale da celebrare.





Sognerò


Le emozioni viaggeranno
nella notte dei venti
e il cuore riposerà
sulla luce delle stelle.

Canterò alla vita
adagiata sulle ali dell'Amore
scandaglierò i flutti dei pensieri
la brezza accarezza i sentimenti.

Mi tufferò nella spensieratezza
avvolta nella musica di violini
arpe accompagnano il silenzio
dentro i miei mattini che
lambiscono speranza.

L'anima, piccolo fiore esplorerà
mondi incontaminati nuove albe
tra le vicissitudini del tempo.





Porto tranquillo


E' notte! Il vento
sbatte le finestre del cuore
raggomitolata nelle lenzuola
mi perdo nel blu dei sogni.

Regina tra le braccia della Vita
mi appassiono e immalinconisco
la Bellezza è la stella
guida del mio solitario andare.

Misantropa in un mondo caotico
mi spingo verso l'infinito

Incurante degli affanni
mi specchio nel lago dell'Amore
nel cuore il suo nome,
sigillo eterno di appartenenza mia.

Ricordi ineffabili danzano
Vorrei arrivasse presto il giorno
per ricongiungermi a Lui
porto tranquillo della mia esistenza.








Un amore impossibile


Mi scavi dentro l'anima,
mi sussurri parole sempre dolci,
mi atterri e mi fai risorgere,
le mie mani sanguinano
i miei piedi non reggono più le mie sofferenze,
stimmate dolorose lacrimano effluvi nerastri,
gli occhi non riescono a vedere le tue parole,
le labbra appena socchiuse
il buio della tua stanza che mi inonda,
l'odore del tuo letto attaccato alla mia pelle.
E sei ancora qui, con me,
in questa notte che non vorrei tramontasse mai,
mi sussurri le tue parole,
sale aggiungi al sale del mio lacrimare
e la lingua accarezza le labbra secche
che non vorrebbero parlare.
Solo ascoltare la tua voce,
la voce del tuo perdono
ai miei peccati ed alle mie cattiverie,
reiterati,
ripetuti all'infinito.
E tu sempre li pronta
a perdonare,
ad asciugare le mie lacrime
ad unirti al mio pianto d'amore.
Cosa mai può capire il mondo di questo amore,
di questo amore sorto dal nulla
che non riusciamo a spezzare,
al quale siamo legati per perderci.
Un "duello al sole" che si ripete ogni giorno,
con il tuo fucile che spara colpi mortali sul mio corpo
ed io che affondo il mio coltello nella tua carne.
E poi l'urlo pietoso a cercarmi,
ad implorarmi,
a dichiararmi sempre ed ancora il tuo amore.
Mi sento perduto
in questa notte senza luna
che vuole far ritardare anche il ritorno del sole.





Veretum


Dall'ermo colle
ove solingo
giornate passo a rimirare il mare,
la tua casa riguardo
e tracce cerco della tua presenza.

E mentre penso,
sotto i miei piedi
orme lontane inseguo,
tratturi dell'antica via traiana
che la storia sovrastano,
al tempo perdurano
e la memoria antica,
tracce di porti e navi,
nei fondali del mare
archiviano incostanti.

L'urlo dei cavalieri ancor resiste:
nella vallata l'orda musulmana
cozza contro il Vereto
e la respinge.
E se la croce è un simbolo che dura
se quella mezza luna ancor resiste,
se nei geni della razza vinta ancor persiste
la traccia dell'antica violenza allor subita,
anche il bianco vessillo dei crociati
al sole splende tra le mura antiche
d'una rocca che protezione diede,
e riparo e conforto,
a quella gente che l'onta subì impotente
delle incursioni
degli infedeli predoni saraceni.

E questa terra,
figlia della stirpe dei cretesi, dei messapi,
dell'orgoglioso e forte popolo japigio,
le tracce ancor conserva
d'una cultura che non è finita.

Dormente giace
sotto le zolle, tra le pietre di questo suolo ingrato,
e nel tempo teschi ed ossa ridona
all'ignaro bracciante
che al sole le zolle rivolta
e sassi ammucchia ai bordi dei poderi.

Le vestigia antiche ancora custodisce
d'una storia tutta da stilare
che sempre a un popolo appartiene,
d'una storia che il tempo non cancella
e che attende, paziente,
che al sole riemerga e che sia letta.





Ballata d'amore


Ballata, che vibri nel petto,
la donna mia che ogni dì mi sente,
tutto di se m'ha dato ardentemente.

Lei m'ha dimostrato solo amore,
nulla in cambio donai,
e come un uomo privo d'intelletto
dietro un sogno fallace me n'andai.
Colsi pene e dolore,
lei invece mi donava solo affetto,
mentr'io stramaledetto
rincorrevo un sogno evanescente,
d'un amore che non valeva niente.





Madrigale amoroso


Tace la voce sua in fondo al mare
quasi un lamento giunge dalle grotte
che spezza il cuor nel buio della notte.

Dura l'attesa, più non so aspettare
la vita ormai da me s'é allontanata
e non saprò se mai sarà tornata.

Mi cercherà per non dover patire
ma la mia voce non potrà sentire.





Scorre limpida sulle grondaie


Scorre limpida sulle grondaie
la pioggia,
sul tetto batte,
implora,
sulle persiane leggermente bussa,
ritmica, ricorrente,
empie ragione e mente.
Un caminetto acceso
riscalda i nostri corpi,
i nostri animi ignudi
s'agitano nella notte,
si affannano, si accavallano
pensieri e frasi dolci
volano nella stanza,
baci frementi
scaldano come scintille,
scivolano sulla pelle,
il viso e il corpo empiono,
tornano ricorrenti.

Le mani si cercano,
s'uniscono, s'intrecciano,
carezze regalano incessanti,
felicità precarie annunciano
e l'affanno
cresce nei nostri petti.
Insicurezze ed ansie,
rimorsi ed incoscienze
allagano la mente.
Nuove felicità son giunte,
nuovi amplessi, carezze rinnovate
scordar fanno le cose dette,
le frasi d'amore,
promesse e giuramenti.
Patti di sangue, adesso inesistenti,
scambio d'anime, ormai dimenticate,
promesse d'aiuto, al lastrico lasciate.
Il nulla, il vuoto, il niente
resta a schiarir la mente.





Sestina profetica


Vorrei poter cassar gli avvenimenti
rifare tutto intero il mio cammino
riprovare a riscrivere la storia
cancellando gli errori appena fatti
per costruire attimi di gioia
e liberar la mente dagli affanni.

Sempre la vita è carica di affanni
arduo è anticipar gli avvenimenti
al dolor quasi mai segue la gioia
molti scogli intralciano il cammino
difficile è capire tutti i fatti,
questo insegna di solito la storia.

Chi tiene in mente allor bene la storia
riesce a scansar dolori e affanni
e se qualcuno non ricorda i fatti,
e ha cancellato certi avvenimenti
di certo poi avrà triste il cammino,
ricco di spine e misero di gioia.

Infatti, per conquistar la gioia
molte cose ti anticipa la storia
così diventa agevole il cammino,
può liberarti da tanti nuovi affanni,
ché a evitare tristi avvenimenti
dovrebbero servir gli errori fatti.

Generalmente sono sempre i fatti
che ben plasmati poi ti danno gioia
precorrono si sa gli avvenimenti
e scrivono e riscrivono la storia
spianando ognor la vita dagli affanni
rendendo sempre facile il cammino.

Ogni umano lo sa che il cammino
si costruisce solo con i fatti
che libera ogni cuore dagli affanni
gonfiando il petto di letizia e gioia,
precorrendo degli uomini la storia
impedendo funesti avvenimenti

Congedo:
Indagando cammino e avvenimenti
nei fatti si cancellano gli affanni
e gioia regala a chi scrive la storia.


(Schema della sestina: ABCDEF FAEBDC CFDABE ECBFAD DEACFB BDFECA) Nota: è un componimento del 1200, composto da sei stanze di sei versi endecasillabi. All'interno di ogni verso le parole non rimano mai tra loro, ma si ripetono in tutti i fine verso. Nel congedo finale i versi compaiono tre in mezzo ai versi e tre a fine verso.





Olocausto


Nel tetro d'una fossa
fremono le mie ossa
sentono ancor la scossa.

L'ultima macchia rossa
ancor non s'è rimossa
da quella terra smossa.

Sol l'anima s'è mossa:
che Dio coglier la possa!





Droga


Se c'è qualcuno al mondo da incolpare,
tra chi si droga e chi il veleno vende,
io non mi sento di dover vagliare
tra chi fa bene o chi sol male stende.

Pare forzata la scelta, ed abbastanza,
che la colpa sia solo di chi spaccia
forse si ignora in fondo la sostanza,
oggi si vuol salvar solo la faccia.

Sempre la colpa è dentro la famiglia
che ha svenduto autorità e valori:
la mamma copre il padre più non striglia,

s'è perso il ruolo negli educatori.
Il dare è morto e resta solo il piglia
e a far la tomba si lascia ai muratori.





Scorre lo sguardo


Scorre lo sguardo per colline e valli:
fiori insecchiti osserva e rami stinti,
la corsa lieve insegue dei cavalli
che nitriscono in coro nei recinti.

La folta criniera agita al vento,
la testa superba piega con fierezza,
scalpita, s'agita con dolce movimento
sotto lo zoccolo la dura zolla spezza.

La biada frange, l'umido occhio
spinge oltre la rete, la libertà pregusta
in folle corsa, come quando il cocchio
tira veloce sospinto dalla frusta.

Scorre lo sguardo e con lui si perde
aggrappato alla schiena sua ricurva,
galoppa tra le querce, in mezzo al verde,
i rami schiva, la fiera testa curva

scalpitando nei clivi maremmani
dove la pace regna e dove il cuore
trova rifugio nei silenti piani
senza più ansia, senza più dolore.





Pace, pace


Pace, pace
agogna lo spirito
che si dibatte tra i pensieri
e offusca la ragione,
e rincorre spiagge solitarie
che solo il gorgoglio dell'acqua
scuote dal silenzio che li accarezza.

Pace, pace
urlo incessante al vento
che i rami scuote
e l'erba accarezza dolcemente
mentre ondeggia
come una mano leggiadra
che scivola sulla tastiera di un pianoforte.

Pace, pace
ricerco in quest'angolo di mondo
dove la gente s'affanna
a rincorrere beni inutili e fuggevoli,
dove il superfluo regna
e la ricchezza spreca.

Pace, pace
rincorro inutilmente
mentre i conflitti interni
accendono fuochi e sprizzano scintille
che nessuna acqua di fonte
riuscirà mai a spegnere
o affogare.








Vita stanca


Strati velati di un'anima inesistente,
quasi perpetua ed agghiacciante.
Infiniti sguardi di falsi amori,
mani ipocrite e luccicanti di ambiguità.
Cuori unti di affetto e di colpevolezza,
carità di sogni mai regalati.
Veleno di muta armonia,
distacco felice e solitario.
Sapore di impossibile libertà,
sfondo nero sfumato
da raggi di sole
scuri e impassibili alla sofferenza.
Vitree emozioni assetate di un passato,
un domani echeggiante nella speranza.
Caldo di infelicità continua,
strascico di un lieve sapere.
Verità nascoste da vere bugie,
profumo di salvezza e di condanna...
Vita stanca.





Il centro di te


Le frenetiche sponde
s'imbattono
con le tue ombre
per non credere del blu
la tua fonte e di veli svelati
in un punto di sole.
Il centro di te non è l'occhio
del tuo simbolo per
latrare nel buio,
un occhio di filo
col cielo che scotta
sotto quello che
non sono io.





Delusione


Ti investe nel suo velo di ambiguità
ti avvolge nella sua perversa armonia,
ma le catene che usa sono tue.

Desidera insinuarsi tra le verità
e farsi beffa di loro, desidera il tuo cuore,
ma chi glielo concede sei tu.

Ama il tramonto dell'essere e vuole colpire
con l'arma della debolezza assassina,
ma chi gliela porge sei tu.

Anela al dolore dell'amore
fa si che tutto sia amaro e indecifrabile,
ma chi ama sei tu.

Ambisce al desiderio di malinconia, alla tristezza
reintegra tutto nella fragilità della delusione,
ma chi delude sei tu.





Tu


Tu, lacrima di amore severo
incanutito da una giovane vecchiaia
e io, fungere da monotona lacrima di
gelo in un ricordo di grettezza e libertà.
Tu lacrima vicina alla nuvola che troppo
traspare alla negligenza infelice,
io lacrima di ghiaccio in un turbinio di fuochi lenti
sui capelli della fantasia
ancora legata ai lembi della realtà.
Tu lacrima di cielo
di memori ricordi color amaranto,
di lunghe unghie di malvagità.
Io, mia e di nessuno.
Solo mia in questa aurora di candide
emozioni di un tuo oggi che è già mio ieri





Il sogno di vivere


Il cuore batte
rimbomba
nel vuoto del lato oscuro
della mia memoria inconsistente
ignara di un perdono che non arriverà.
Prima era e ora non è più
e gli occhi pulsano instancabili
sulle lacrime versate
nel mondo che da soli si creano.
Pensieri di giornate
passate a ricordare
i momenti più sfocati
dell'insignificante sogno di vivere
fino a quando il sogno vola
tra le pareti della realtà.
Una realtà triste
e la tristezza vige sui ricordi
per renderli un'imitazione
stupida e assurda di se stessa.
Respiri negati di gelidi colori
languidi e sottili
come la voce dell'innocenza
in un mondo come il nostro
assuefatto da dolore e irreale verità.
I sogni legano d'illusione
e ti liberano dalla verità vera.





Lunare tempesta


Tronchi la vita di un
tempo che scappa
sulla montagna di
lunare tempesta, e
rapisco
lambisco
lagnante la terra,
in una fede che
attizza un lamento pacato.





Prigione


Legami, fulgida passione
arresa ad un pezzo di stoffa sudicia.
Mangiami, irresistibile sazietà di nere
illusioni affogate in stagni falliti.
Macinami con l'azzurro incatenante
a spicchi di libertà graffiata.
Avvolgimi con batuffoli d'ortiche
seccate da un amore precipitato.
Uccidimi di ciò che abbandona
la mia mano, per la tua vita.








Algunas noches frías
(Alcune notti fredde)



Algunas noches frías
la oscuridad se vierte
desde sus ojos
y un muro de silencio
habita nuestra almohada.
Los pájaros que nacen de mi boca
sueñan la libertad
pero estrellan su vuelo
en vallas de marfil
que rompen la ventana
y desnudan el somier.
El corazón solicita una tregua
mas la niebla del desafío
levanta entre sus manos
la frontera de humo, que nutre
desvaríos de lodo y sangre.
Sobre los cristales de hielo
crece la enredadera,
se condensa el secreto
y entre miedo y sudor
anidan de nuevo palabras.

...

Alcuni notti fredde
l'oscurità si versa
dai suoi occhi
ed un muro di silenzio
abita il nostro cuscino.
Gli uccelli che nascono dalla mia bocca
sognano la libertà
ma gettano il loro volo
in steccati di avorio
che rompono la finestra
e denudano la rete metallica.
Il cuore sollecita una tregua
ma la nebbia della sfida
alza tra le sue mani
la frontiera di fumo che nutre
deliri di fango e sangue.
Sui vetri di ghiaccio
cresce il rampicante,
si condensa il segreto
e tra paura e sudore
si annidano di nuovo parole.





Desde que te has ido
(Da quando sei andato via)



Desde que te has ido
mis manos incrédulas
son valle y foresta,
lento aprendizaje
de humo sin maestro,
vid enraizada
que refluye
abriéndose al viento.

Desde que te has ido
temblores de paja
remontan el vuelo,
sombrean la cueva
donde la mandrágora
bebe la esperanza
de los cuerpos ebrios.

Desde que te has ido
mi horizonte late
ritmo de banderas.

...

Da quando sei andato via
le mie mani incredule
sono valle e foresta,
lento apprendistato
di fumo senza maestro,
vite attecchita
che rifluisce
aprendosi al vento.

Da quando sei andato via
tremori di paglia
rimontano il volo,
ombreggiano la grotta
dove la mandragola
beve la speranza
dei corpi ebbri.

Da quando sei andato via
il mio orizzonte batte
ritmo di bandiere.





Han despertado las hienas
(Hanno svegliato le iene)



Han despertado las hienas.
Los machetes se sublevan
bajo el sol rojo de Kenia
y las bombas de silencio
escarcharán los estanques
donde los tigres antaño
meditaban el deseo.
Dormiremos a los buitres,
hastiados de tanta sangre,
con las canciones de fuego,
con el llanto de la tierra
que no reconoce etnias;
y los espectros huérfanos
buscarán el cementerio
donde se encuentra el olvido:
la senda del elefante.
En este país de ensueño
de pura tierra africana
el luto de la mujer
duerme a los niños con nanas.

...

Hanno svegliato le iene.
I machete si ribellano
sotto il sole rosso del Kenya
e le bombe di silenzio
brineranno gli stagni
dove le tigri anticamente
meditavano il desiderio.
Addormenteremo gli avvoltoi,
disgustati di tanto sangue,
con le canzoni di fuoco,
col pianto della terra
che non riconosce etnie;
e gli spettri orfani
cercheranno il cimitero
dove si trova la dimenticanza:
il sentiero dell'elefante.
In questo paese di sogno
di pura terra africana
il lutto della donna
addormenta i bambini con ninna nanne.





Mi amor
(Il mio amore)



Mi amor
es como la luciérnaga
que ilumina la noche
de un campo de amapolas:
     cementerio de recuerdos.
Mi amor es el océano
que fertiliza la mansedumbre
del sentimiento desierto,
es la risa del niño, la quimera,
la torre que protege
la luz y sus misterios,
el amanecer que combate
la penumbra de tu cuerpo.
Mi amor
es la conexión de latidos
que disturba el pensamiento,
la noria de palabras
que cobija tu vergüenza,
el rail infinito
por donde terca
se desliza
mi pena y tu deseo.

...

Il mio amore
è come la lucciola
che illumina la notte
di un campo di papaveri:
     cimitero di ricordi.
Il mio amore è l'oceano
che fertilizza la mansuetudine
del sentimento deserto,
è la risata del bambino, la chimera,
la torre che protegge
la luce e i suoi misteri,
l'alba che combatte
la penombra del tuo corpo.
Il mio amore
è la connessione di battiti
che disturba il pensiero,
la noria di parole
che ripara la tua vergogna,
la rotaia infinita
dove ostinata
scivola
la mia pena ed il tuo desiderio.





Si tú supieras ver
(Se tu sapessi vedere)



Ven con un hombre
a la espalda,
ven con cien hombres en tu cabellera.

Vieni con un uomo
alla schiena,
vieni con cento uomini nella tua chioma.

(P.Neruda)


Si tú supieras ver
cuantos hombres atados
se arrastran por mi espalda
como un invierno lento
que va dejando huellas
de alcanfor y mentira.

Si de verdad supieras
como bebo la luz
que respiran tus ojos
y el ritual de lágrimas
que vierto a cuchilladas
desde la sucia sombra
donde el mal se cobija.

Si al fin un día sabes
que llené mi silencio
con ovillos de asfalto,
con caricias de peltre,
con raíz de mandrágora,
... quizá podrás perdonar
que hoy venga a ti
desnuda de hombres olvidados.

...

Se tu sapessi vedere
quanti uomini legati
strisciano per la mia schiena
come un inverno lento
che continua a lasciare orme
di canfora e bugia.

Se in realtà sapessi
come bevo la luce
che respirano i tuoi occhi
e il rituale di lacrime
che verso a coltellate
dalla sporca ombra
dove il male si ripara.

Se un giorno finalmente sai
che riempii il mio silenzio
con gomitoli di asfalto,
con carezze di peltro,
con radice di mandragola,
... chissà potrai perdonare
che oggi io venga a te
nuda di uomini dimenticati.





Yo me acuso
(Io mi accuso)



Yo
me acuso de creer en las palabras
cifradas de ternura,
en el veneno insidioso de caricias
que levantan ampollas de morfina,
en el solsticio de una caída de ojos
que esconde la clave del abismo.

Yo me acuso de soñar hacia el este
y escribir desde fuera,
de soplar brasas de barro
a las puertas del infierno
y descargar mi ira a dentelladas
al mojar en ácido
la punta de mi lengua.

Yo me acuso y te acuso
de mis años infantiles,
de las franquicias de hierba
que medraron con la ausencia,
del preludio vacío de tu boca
y de la sordera pasiva de tus ojos.

Te acuso al fin
-sin memoria-
de ofrecer un tiempo muerto
al mítico caballo del silencio.

...

Io
mi accuso di credere nelle parole
cifrate di tenerezza,
nel veleno insidioso di carezze
che alzano fiale di morfina,
nel solstizio di una caduta di occhi
che nasconde la chiave dell'abisso.

Io mi accuso di sognare verso l'est
e scrivere dal di fuori,
di soffiare braci di fango
alle porte dell'inferno
e scaricare la mia ira a morsi
bagnando in acido
la punta della mia lingua.

Io mi accuso e ti accuso
dei miei anni infantili,
delle franchigie d'erba
che crebbero con l'assenza,
del preludio vuoto della tua bocca
e della sordità passiva dei tuoi occhi.

Ti accuso infine
- senza memoria -
di offrire un tempo morto
al mitico cavallo del silenzio.





Yo soy yo y la otra
(Io sono io e l'altra)



Yo soy yo y la otra,
la que enreda el sueño
y juega con la palabra,
la que crea sombras
y desmiente el diccionario
donde la palabra amor
se transforma en mora,
mora cuya mancha
con otra verde se quita.

Si, yo soy la otra,
la que acuna besos
que duermen entre renglones
y cuenta rayos de luna,
esa luna mora
que afila los dientes
en el cielo de tu boca
y sube por los andamios
que construye la memoria.

Pero tú eres tú,
nunca eres el otro,
el que teje nubes
de algodón y rosa,
el que descifra mi nombre
cosechando versos
y suda gotas de lluvia
en las noches de batalla.

Por eso, tú y yo
viajamos en una ola,
tú en el seno, yo en la cresta.

...

Io sono io e l'altra,
quella che ingarbuglia il sonno
e gioca con la parola,
quella che crea ombre
e smentisce il dizionario
dove la parola amore
si trasforma in mora,
mora la cui macchia
con altra verde si toglie.

Sì, io sono l'altra,
quella che culla i baci
che dormono tra le righe
e conta i raggi di luna,
quella luna mora
che affila i denti
nel cielo della tua bocca
e sale per le impalcature
che costruisce la memoria.

Ma tu sei tu,
non sei mai l'altro,
quello che tesse nuvole
di cotone e rosa,
quello che decifra il mio nome
mietendo versi
e suda gocce di pioggia
nelle notti di battaglia.

Per questo, tu ed io
viaggiamo in un'onda,
tu in seno, io sulla cresta.





Vendrán por lo oscuro
(Verranno per il buio)



Vendrán por lo oscuro
con resonancias equívocas,
atravesando mallas
de la red espacial
que envuelve mi cerebro.
Vendrán a rastrillar
la hoja perdida
en las última hora del ocaso,
cuando las sinapsis
apagan la luz
y los cables neuronales
se enroscan para dar un respiro.
Vendrán desde la periferia
de los lóbulos frontales
para iniciar el cónclave místico
del que saldrá un movimiento REM,
una ensoñación autónoma
que regirá por esta noche
los oficios divinos de mi iglesia.

...

Verranno per il buio
con risonanze equivoche,
attraversando maglie
della rete spaziale
che avvolge il mio cervello.
Verranno a rastrellare
la foglia persa
nell'ultima ora del tramonto,
quando le sinapsi
spengono la luce
ed i cavi neuronali
si attorcigliano per dare un respiro.
Verranno dalla periferia
dei lobi frontali
per iniziare il conclave mistico
dal quale uscirà un movimento REM,
una trasognatezza autonoma
che dirigerà per questa notte
i mestieri divini della mia chiesa.





Te quiero contra el viento
(Ti voglio contro il vento)



Te quiero contra el viento
cuando cosecha mangos verdes,
contra el cielo naranja del ocaso
que oculta y difumina las lágrimas,
esas que rebotan y salpican de espuma
el arrecife de coral.
Te quiero, contra el compás
de los tambores de Sega,
cuyo fuego enciende mis caderas
cuando sin mover los pies
ondulo los brazos
y me humillo bajo el cielo.
Ese cielo diferente,
esa Cruz del Sur donde convergen
todas las esperanzas
en un solo sueño de libertad,
esa luna que blanquea pieles,
ese techo horadado por miles de plegarias.
También contra ellos te quiero.

...

Ti voglio contro il vento
quando miete manici verdi,
contro il cielo arancia del tramonto
che occulta e sfuma le lacrime,
quelle che rimbalzano e spruzzano di schiuma
lo scoglio di corallo.
Ti voglio, contro il compasso
dei tamburi di Sega,
il cui fuoco accende le mie anche
quando senza muovere i piedi
ondulo le braccia
e mi umilio sotto il cielo.
Questo cielo differente,
questa Croce del Sud dove convergono
tutte le speranze
in un solo sonno di libertà,
questa luna che imbianca pelli,
questo soffitto perforato da migliaia di preghiere.
Anche contro loro ti voglio.





Mi cama es un océano de ausencia
(Il mio letto è un oceano d'assenza)



Mi cama es un océano de ausencia
donde la madrugada se examina
de lucidez.
Los espejos se han apagado.
El felino acecha sobre la manta.
La parafernalia diurna aguarda,
doblada en la butaca,
el nuevo amanecer.
El zumo de naranja
persigue el humo
del último cigarro
que nunca es el último
sino el primero.
La noche vuelve a ponerse el pijama.
El osito reclama su almohada,
los dientes su cepillo.
El cuaderno viudo me mira
con los ojos entrecerrados
mientras mi dedo dibuja espirales
de tinta sobre el aire: hoy no escribo.
Desmenuzo las horas paralelas
y el teléfono sigue mudo.
Persigo el avatar de un hombre
que ya no me reclama.
En esta noche de carnaval
mi lecho sigue navegando
el océano de tu ausencia.

...

Il mio letto è un oceano d'assenza
dove l'alba si interroga
di lucidità.
Gli specchi si sono spenti.
Il felino spia sulla coperta.
La pompa magna diurna aspetta,
arcuata nella poltrona,
la nuova alba.
Il succo di arancia
persegue il fumo
dell'ultima sigaretta
che non è mai l'ultimo
semmai il primo.
La notte torna a mettersi il pigiama.
L'orsacchiotto reclama il suo cuscino,
i denti la loro spazzola.
Il quaderno vedovo mi guarda
con gli occhi socchiusi
mentre il mio dito disegna spirali
di inchiostro sull'aria: oggi non scrivo.
Sminuzzo le ore parallele
ed il telefono segue muto.
Perseguo la trasformazione di un uomo
che già non mi reclama.
In questa notte di carnevale
il mio letto continua a navigare
l'oceano della tua assenza.





Daniela Sulas



Un senso


Quando la maturazione delle coincidenze
passerà il turno alla probabilità di riuscita
dell'azzardato gioco
incontrerò i tuoi occhi complici
sorridere increduli dentro ai miei
e gusterò le tue vive parole
agrumi sanguigni per deliziarmi

solo allora potrò dare un senso
all'assenza e al pianto che si allarga
tra verde feltro e semi rossi e neri
da una mano bara lanciati
in questa assurda partita
delle contraddizioni





 
 
 
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