Poesia in un campo di sterminio
Irrompono attimi fugaci
Lacerando questo nostro cuore di stoffa.
Celati misteri,
Invecchiato il corpo da me sfiorato:
E il pensiero, ancora con te.
Labbra si schiudono dolcemente:
Ombra della tristezza si allontana lentamente da noi.
E gli occhi teneramente socchiusi
Restano impassibili alla felicità di questi giorni trascorsi:
Ancora conservo il tuo nome segretamente nel cuore.
Cera d'api colava dalla luminosa candela che
Ora, debolmente,
Si spegne:
Intravedo il tuo volto lontano, forse solo illusione.
Soltanto il tuo profumo si sente
Tra i petali di rosa bianca sparsi in questa stanza.
E soffia senza vigore il giovane bambino su quella candela:
Lascia volar via un desiderio
Liberamente si alza in cielo.
Alza lo sguardo il fanciullo meravigliato e felice:
Tristezza e dolore dall'alto lo salutano
Oggi, per il suo compleanno.
Coperta la foto dei ricordi passati
O mai vissuti: forse in qualche sogno.
Solo la polvere è rimasta da allora, accumulandosi
Ininterrottamente col passare del tempo.
Loro ricordano quando ti conobbi per la prima volta
Uscendo da scuola tra le risate di allegri ragazzi:
Maggio era il mese adatto
Il fiore più bello tra i tuoi capelli.
Non osavo parlarti.
Ombra della tristezza si avvicinava a me:
Soltanto con uno sguardo divenni tuo complice.
Ombretto sui tuoi occhi non occorreva:giochi di luci ed ombre già nei nostri [cuori.
Chiamavamo amicizia quello che gli altri chiamano amore.
Ha il cielo le sue stelle luminose
E io...avevo solo te.
Giugno 1943 ti portò via da me.
Un soffio di vento per una debole foglia fragile sull'albero:
Attesa per un destino spesso avverso per noi.
Ricordo due soldati
Dinanzi a me
Armati di fucile
Nella mano destra:
Dove ti portano con la forza? Mi domandavo.
Ora la risposta è in Tv, ne parlano i
Libri, i giornali,
O gli stessi sopravvissuti.
Celati misteri
Indiscutibilmente vissuti.
Sofferenza è con noi
In luoghi lontani.
Così abbandonai la mia giovinezza:
Ha lasciato solo un numero sul braccio.
Intanto sono solo un vecchio abbandonato
Esule dal passato,
Dalla crudeltà della stessa violenza.
E tu riposi, distesa su un letto di fiori,
Vestita dell'aria estiva, sulla nuda terra:
Accanto a te, una poesia d'amore.
I versi mai scritti di un anziano poeta
Strisciano, bagnati dal dolore, sulle piccole pietre:
Tra malinconia e tristezza si perdono i miei pensieri.
Ibisco è la tua bellezza,
Nascosta timidamente in queste pagine.
Ti ricordo
In questi
Velati momenti,
Attimi fuggenti:
Moto nel cuore e nella mente.
E
Nell'oscurità della notte,
Tra i sogni di un bambino
E le speranze di una vecchia signora,scendono le mie lacrime.
E' tua mancanza, la mia poesia.
Miraggio nel deserto:
Acqua per l'assetato.
In gola: un nodo.
Promesse in queste parole:
Omaggerò te.
Sentono gli uomini
Solitudine in vita.
I miei occhi piangono:
Banalmente sussurro il tuo nome
Invano
Lasciando che sia il soffio del vento
E il tempo a portarti via.
Certezza è che non vorrei:
Hai la tua anima nel mio corpo
E i tuoi occhi vedono con i miei.
Sotto Auschwitz l'amicizia divenne amore:
Ora è ricordo vivo in me e nei versi.
Trovino riposo i capricci dell'uomo
Trovino riposo le loro corbellerie
O siano gli stessi uomini a riposarsi.
Un dì, io e te
Nello stesso mare potremo nuotare.
Siamo pesci nella stessa acqua,
I frutti dello stesso albero,
Mani di colore diverso: il nostro destino però intrecciato.
I versi d'amore di due giovani poeti,
Liberi come uccelli nel cielo:
E le nostre preghiere, le stesse.
Celati misteri,
Invecchiato il corpo da me sfiorato:
E il pensiero, ancora con te.
Labbra si schiudono dolcemente:
Ombra della tristezza si allontana lentamente da noi.
Veste leggero l'amore levigato dal tempo,
Il ricordo mai scalfito,
Velato solamente con un po' di zucchero.
Angelo dall'alto che protegge la mia solitudine
Negli anni che passano
Ormai senza te al mio fianco.
Uomini!
Ora non ho nulla da raccontare:
Mostrare a voi la sofferenza di un poeta disperato
In versi che ricordano un passato vissuto
Nel sogno lontano che ogni sera mi affligge.
Io l'ho già fatto!
Così solo l'amore è mia speranza
O voglia di ricordare
La prigionia della giovinezza
Lasciata andare con il passare del tempo
E con la bellezza
Ringrinzita
In decadenza con gli anni.
Così solo l'amore è speranza mai
Invecchiata.
Eterno amore riposerà al tuo fianco.
Cento volte griderò il mio amore
Al mondo intero
Pellegrino per fede
Ringiovanito con la tua morte
In un campo di concentramento.
Così vuole Lui.
Così vollero gli altri.
Io riposo adesso
Ove alcuno(nessuno) potrà marchiarmi di nuovo.
Stanco di piangere accenderò una candela
In questa stanza vuota: qualche petalo bianco di rosa e un bidone di benzina.
Speranza nella lacrima di un uomo morente
Va con loro
la speranza riposta
in una breve poesia
lontana dagli occhi
lontana dal cuore.
È il silenzio dell'attesa,
è lontano ricordo.
Triste destino dell'uomo morente
che si stringe ad un lacrima:
lentamente, scivola.
Il était l'esclave de ses désirs
(Era schiavo dei suoi desideri)
Spirato dolcemente
in un ultimo respiro
il verso amato
del poeta che l'ha scritto
con l'inchiostro della sua penna
acquistata in un negozio
della sua cara città,
quella che lui osava chiamare,
nelle sue poesie:
patrie des poètes!
sotto un ponte,
nell'oscurità della notte,
cercava di catturare qualche stella,
sogno e desiderio lontano:
in quei bianchi fogli,
ingialliti dal tempo,
trasportava le sue rughe
(impossibile- dice qualcuno).
Quel suo passato odiato
eppure riposa lì,
tra un verso e l'altro,
tra qualche ricordo racchiuso in una cometa,
in mezzo alle rughe su quei fogli bianchi
come i suoi capelli, ormai.
E mentre socchiude gli occhi,
per abbandonarsi a quel meritato riposo,
si vede cadere una lacrima:
gli bagna le labbra.
Lentamente scivola.
Bagna le mie, allacciate teneramente alle sue.
E sussurra quella piccola gocciolina di speranza:
liberté.
Era l'anziano signore
che a Parigi
chiamavano: l´esclave de ses désirs.
Ti amo bocciolo di rosa
Tremore nelle parole
che si chiudono
dolcemente
in un bocciolo di rosa.
Leggere si aprono,
sbocciano sentimenti nascosti
teneramente racchiusi
in mille spine:
pungono il cuore di noi amanti
lasciando cadere qualche goccia di sangue,
qualche lacrima innocua.
Mentre, i nostri segreti sono gli stessi che deve serbare
il prete al quale li confessammo.
E' bocciolo di rosa il "ti amo" mattutino,
pronunciato ancor prima che i tuoi occhi possano schiudersi,
ancor prima che possano abbandonare
i sogni fantastici di una realtà troppo vicina a noi:
quella che, sul nostro letto,
si distende per poi riposare al nostro fianco.
Primaverile è il sapore presente nell'aria
Primaverile è il sapore presente nell'aria:
e il sole e qualche nube e lo stesso tiepido venticello
rendono, simile alle altre, anche questa giornata.
I fiori del giardino vengono raccolti:
la donna è sempre più bocciolo di rosa.
Parole si bagnano di fresca rugiada:
raggi di sole riflettono la sua bellezza
ocracee sabbie lasciano riposare i miei pensieri
fra i versi di una poesia solitaria nella realtà.
Brunisce la sera i sogni,
avvolti dall'aria notturna e
rilegati come pagine di un libro di speranza;
bianchi i fogli aspettano quietamente
arrivare l'inchiostro della penna del
galante sognatore che, pazzo,
abbandonando la ragione, di te s'innamorò.
la notte e il buio ora fanno da sfondo a quel nostro sentimento e
le stelle sono solo piccoli frammenti di speranza:
ora,quel leggero venticello sta spegnendo anche l'ultima candela.
Non più luce, in questa stanza.
Ballano le parole dolci dell'innamorato
Ballano le parole dolci dell'innamorato
dentro il cuore di un cespuglio
spinoso; l'amore non chiama a sé
l'innocenza fanciulla,
persa col tempo, cavallo galoppante,
pegaso nei miei sogni.
Sinuosi pensieri,
strisciano sulla nuda terra senza nome,
vestita di solo verde prato nero,
tappeto di passione,
guanto per le mani macchiate di sangue
per una poesia che grida,
con la voce di un diciassettenne:
amore in pista...tra nuvole di sogni e voglia di essere.
Nel nero di seppia dei tuoi capelli
Nel nero di seppia dei tuoi capelli
si perde l'odore del mare frusciante,
mentre il vento, lentamente, si muove
tra passione e dolcezza.
Ti accarezzo debolmente il volto,
deturpato dai morti anni,
tempesta passata del tempo futuro.
Aleggiano leggere nell'aria mattutinale
note dell'amore, nostro compagno notturno,
tenero amante di sogni vicini che,
sotto le lenzuola,
solletica i nostri pensieri...
si alza il bambino: ha sete di affetto;
si copre il corpo fanciullo con il nero di seppia;
ritrova calore nelle labbra sottili,
due piccoli spaghetti avvolti nell'aroma solare
che vive le nostre vacanze,
disteso sul letto marino del presente,
sciogliendosi nell'acqua...
Il poeta senza una gamba
Saltella sulle note strampalate
cadendo e rialzandosi a fatica
l'uomo amputato della sua stessa vita:
gioca a nascondino con l'amarezza della realtà,
senza più una gamba rincorre i sogni lontani,
distesi lungo la spiaggia,
dove si fermavano i passi innamorati di due giovani,
amanti felici sul bagnasciuga,
tra le onde e la sabbia,
in un raggio di sole o in una timida luna oscurata
dalle lacrime nascoste in qualche soffice nuvola,
portatrice di malinconia e tristezza,
mentre i passi nostalgici segnano pesantemente il tempo,
ormai celato in una piccola ruga sul volto.
Non ricorda più il suo nome,
non ricorda la sua storia,il poeta senza una gamba
mentre rincorre a fatica il futuro,
aggrappandosi ad un presente senza amore.
Osservavano indiscreti, gli alberi
Osservavano indiscreti, gli alberi,
la donna svestita di Rimbaud
e scolpivano col pensiero
sulla loro corteccia
sinuose curve.
Non si perdevano lì, però, i miei versi,
mentre disteso all'ombra,
frescura di un locus arcadicus
(ritrovato in un Virgilio dimenticato in qualche libro),
catturavo l'attimo di quel giorno.
Bastava solo un tuo bacio,
attimo tanto fugace,
per rendermi
uomo vivo e poeta:
unica emozione viva ancora dentro me
che potesse schiudere le mie labbra
per far tornare le parole ad un pazzo innamorato paroliere.
Estate
Estate viva nel ricordo,
reso fiamma di una candela,
accesa nell'intimo del cuore.
Afose emozioni,
mimetizzate tra i granelli di sabbia,
oscuravano il passato gioioso,
ritmo incalzante un tempo,
eterna canzone celtica.
A colpirmi erano i capelli del sole, gli stessi tuoi:
pensieri si immergevano nel corpo infinito del mare,
paure,naufragate nel mentre,sparivano nella sua immensità,
ammainavano le vele dell'amore,
salpando per isole sperdute,
sogni secolari di poeti romantici:
il riflesso del giorno,
oggi notte in brevi sogni fuggenti,
nascondeva parole mai dette, sussurrate
al vento, brezza estiva
nella mia anima, mentre
tumultuose cavallette saltellavano
e rincorrevano una prossima fine: in un sentimento o nella stessa vita di una [persona.
Erano fuochi d'artificio, bandiere in fiamme per un amore promesso al futuro [ignaro.
Terra di mezzo, il sorriso dell'innamorato,
un falso timido celare tra
misteriose verità,
ugualmente distribuite nel tormentato timore di perdere
la fiducia dell'amata amante,
trovata racchiusa dentro
una lacrima infelice,o forse in un bacio rubato,
strappato con la dolcezza,
onesta nostra violenza.
Marchiato il cuore con un tatuaggio,
anche la libertà di volere, volò lontano.
Lentamente ritroverò me stesso
e il tempo mi aiuterà a dimenticarti
nel labirinto di versi che ingannano
troppe volte il mio cuore;
al mio ultimo dormire non ti avrò al mio fianco,
morta amata speranza: il tuo respiro non sarà il mio
e il vivere tornerà ad essere,
nuovamente, un lungo attendere nel
terreno privato di un luogo a noi caro e oscuro, ormai libero:
estate in fine.
Sdraiato sul letto del mare, aspettavo che il
vento soffiasse via quest'ultimo terzo mese,
àncora gettata in acqua,
nostro caro triste amore,
immortalato nella foto ricordo
vicino al libro di poesie,
amico della mia insonnia, distesa sulla sdraio.
(il vento scompigliava i miei capelli
mentre componevo gli ultimi versi,
con quelle poche parole d'amore rimaste:
nel riflesso della luna sul mare notturno,
si vedevano due persone teneramente chiuse
in un ultimo abbraccio estivo).
Allora, era scoppiata un'estate appassionante e tumultuosa.
Le giornate, torride e lunghissime, divampavano come bandiere in fiamme;
notti di luna brevi e afose erano seguite da lunghe e afose notti di pioggia;
rapide come sogni e traboccanti d'immagini svanivano febbrili quelle
settimane
sfavillanti.
IL NOSTRO AMORE ERA SABBIA SUL CORPO BAGNATO: IL TEMPO ACQUA DI [MARE.
LENTAMENTE SCIVOLAVANO I GRANELLI D'ORO,
LENTAMENTE IL PRESENTE DIMENTICAVA QUEL NOSTRO SENTIMENTO [PASSATO.
COSI', VERSO IL FINIRE DELL'ULTIMA ESTATE,
RIMANEVA SOLO UNA POESIA SUL BAGNASCIUGA,
CANCELLATA DAL TRISTE E CALDO SOFFIO DEL VENTO
E DA UNA PICCOLA ONDA CHE LA SOMMERSE COME I MIEI SORRISI.
FORSE NON ERA VERO AMORE (E NEANCHE ESTATE).
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