Recensioni
  • L'opera d'arte è sempre una confessione. U.Saba
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  • Un doveroso ringraziamento a tutti gli autori e critici che mi hanno onorato di una loro opinione, aiutandomi a crescere con loro.
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10-2010 - sintesi citazione dal libro in tre lingue "poeMARio" :
(selezione di poeti internazionali di Lyra Sierra e Mila Villanueva - ed. El Taller del Poeta - Pontevedra Spagna)

"Cristiano Sias - Cerdena Italia - Poeta y crítico literario (...) El pensamiento: Tengo una fuerte relación con el mar, es él quien me ha restaurado el alma cada vez que la he perdido. Cada vez que escribo sobre el mar, hay una visión por debajo, con los ojos vueltos hacia el espejo de la superficie con los rayos del sol que lo atraviesan. A veces, él me deja cuando estoy a punto de subir, pero el mar sempre me salva con sus olas, alzándome a la superficie. Justo entonces se convierte en una cuestión de soledad y espera."

(de "A escondidas" "Di nascosto")

(...) como ojos que nunca han mirado
el beso que nunca te he dado

(...)cuando las rocas rayan el corazón
feliz de dolor exaltado por el sol
del cabello espumoso de cerveza de placer
empapado del muelle del bar del puerto

(...) feliz de poder a veces
admirarte a escondidas.


(...) come gli occhi che non ho mai guardato
il bacio che non ti ho mai dato

(...) quando le rocce graffiano il cuore
felice di dolore esaltato dal sole
dei capelli spumosi di birra di piacere
tuffati dal molo del bar del porto

(...) felice di poterti ogni tanto
ammirare di nascosto.


(de "Tormenta marina" "tempesta marina")

(...) Te regalaré mi vestido de hielo
de agua de tormentas
para arrastrarte conmigo
en el abrazo de las olas.

(...) Ti regalerò il mio vestito di ghiaccio
d'acqua di tempesta
per trascinarti con me
nell'abbraccio delle onde.

(traducción al castellano Xavier Frías Conde)


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11-2009 - Giuria "C.G.Zini" (motivazione della giuria per la poesia "il giorno del tradimento" vincitrice del concorso "C.G.Zini" La Nuova Musa) :

Una straordinaria elegia di ciò che poteva essere e non è stato, di slanci solari ingrigiti dal tempo. Il poeta distilla goccia a goccia l'amarezza del disinganno, sgranando frammenti di memorie e domande senza risposte, e l'attonita consapevolezza si fa parola a ritmi incalzanti, riecheggianti le cadenze che ci fanno amare Jacques Prévert.

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09/04/2008 - Aprilia - fonte altrastampa.net :

Cristiano Sias, con i suoi versi "Amami adesso", scritti, incisi quasi, sulla propria carne, ha vinto la sezione Poesia ed ha commosso l'intero pubblico con la lettura di una poesia sofferta, prova di quanto un artista possa dare di se stesso nelle proprie opere! Da noi avvicinato per l'intervista di rito, con giusto orgoglio ci ha ricordato le sue origini sarde dell'Oristanese (Ghilarza), con la sua faccia quasi intagliata dalla sofferenza che talvolta l'Arte dà come pegno ai suoi figli e che a lui, si legge nel volto, come nell'Anima. (continua - Vedi "Articoli")

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03/2008 Alfredo Labate Grimaldi (Aprilia: motivazione della giuria per la poesia " Amami adesso" vincitrice del concorso "io ti amo" Athena Millennium - Pro Loco) :

Pressante implorazione d'amore con immagini che si sforzano - riuscendovi - di cercare e dire del nuovo. Vi aleggia, anche se volutamente smorzata, una drammatica forza lirica.

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02/2008 Anonimo su Internet :

La dimensione poetica di Sias esprime la costanza di un impegno in una serie interminabile di sperimentazioni in base a regole non fisse o codici precostituiti; il suo comportamento morale-poetico sconfessa ogni regola che non sia quella dell'autosperimentazione poiché è un creativo che sperimenta sé stesso e si mette alla prova. (...) piace l'attaccamento emotivo che lega questo artista alle sue opere fino al discriminare estremo che traccia vie.(...) Un poeta simile è da ritenersi un evento irripetibile essendo dotato di una bellezza psicologica paragonabile a nessun'altro; le sue performances sempre originali gli consentono potenzialità d'espressione con linguaggi sempre diversi rimandati all'idea di esprimere la vita vera, per questo nella lettura delle sue opere si ha la sensazione di essere catturati da un demone che esige il massimo della concentrazione. Bellezza, fascino e ricchezza sono gli elementi ai quali si concede tale artista dall'inquietante potere di trasfigurarsi e trasfigurare la propria immagine (...) lasciando nel balbettio i teschi di Creta.

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2006 Rodolfo Tommasi - poeta/saggista/giornalista letterario :
(dal vol. Solchi di scritture di Luti e Tommasi - Ed. Helicon)

(...)In una breve prosa, "Il guardiano delle Parole", Cristiano Sias scopre il gioco delle connessioni e delle interferenze metaforiche e, in fondo, ammette la teoria relativa al rivelarsi in forma allegorica, non senza manifestare il gusto preferenziale di una - diciamo - "via panoramica", lunga e magari impervia, ma di sicuro più pittoresca, per dare assetto ai dati e compiere l'enunciato, sulle tracce di un fantasioso Bataille come di un puntiglioso Blanchot. Ora, chi si illudesse di conoscere Sias in base a questo scritto, resterebbe deluso, sin dal primo contatto tra questa convinzione e i testi poetici dell'autore (da Battaglia finale) :
(...)
Finirà questa guerra senza fine,
piallerà il tempo tagliente
scaglie d'ansia e schegge di nausea
fra le unghie insanguinate.

Arrotola i cieli con cura
per gli uomini dei sentimenti
sgozzati come vitelli,
resuscita con furia i leoni
che come aquile voleranno.
(...)
Sias è certamente un fondatore della nuova poesia, quella che sa conciliare la modernità cronologica con la modernità sostanziale, e soprattutto con questa; infatti la sua rifondazione, in fondo, non è altro se non un'attentissima riesanima dei "modi" connotativi del Novecento e dei loro ismi. Anche perché, nella rigorosa scansione espositiva del tema - sottoposto, già al suo emergere e consistere, a speculazioni replicanti sulle variabili -, Sias raggiunge cuspidi liriche di estrema originalità ed efficacia. E vi sosta, vi indugia, facendo quasi credere di abbandonarsi a un impeto febbrile che dirupa nell'ipnosi del verso perfetto, mentre è lui a piegare - sensualmente, sensuosamente, sensorialmente - il verso al suo progetto lessicologico, certo passionale, ma colto, intelligente e granitico (da Tempesta marina):
(...)
Ti piomberò sulla testa
per sciogliere la glassa dei sensi
sui sentimenti che calpesti,
come fossero carboni ardenti
fra i denti del tempo.
Ti regalerò il mio vestito di ghiaccio
d'acqua di tempesta
per trascinarti con me
nell'abbraccio delle onde.

Permettendosi pure - è così insolito e bello! - struggenti strofe d'amore (da Pensando a te):
(...)
Dimmi chi sei, e dimmi cosa fai
se hai sempre su di te il mio sguardo
e quella faccia, che nello specchio
non si vedeva, e non si vedrà mai.
Dimmi perché ho di nuovo nostalgia
e non ricordo più quando son morto,
forse sei un porto, o forse una poesia,
ma se rinasco, di sicuro
è un altro sogno.
(...)
Ho bisogno di cercare quello sguardo,
telefonarti a un metro dal tuo treno.
non svegliarmi di nuovo contro un muro
e guardarti, prima che tu vada.

Che Sias appartenga ala smilza schiera dei veri poeti, è quindi fatto accertato al di là di ogni dubbio. Forse una delle strategie comunicative che in lui determinano un linguaggio di foresta e di ghiaccio, d'oceano e di deserto, mai approssimativo o solo sfiorante, deciso nel suo leggerissimo tremore umano e impossibile da imitare, sta nel non volere sacre e inviolabili - importanti sì; non oltre - le poetiche e la filosofia di un riconquistato esistenzialismo, rimettendo in discussione i dogmi di Sartre dopo averli illuminati sotto i riflettori di alcune certezze culturali oscillanti tra ironia e drammaticità, non ultima l'essenziale esperienza tedesca del "Gruppo 47", con uno sguardo a Enzensberger (non solo ad Hans Magnus, anche al fratello Christian e al suo "Sullo sporco").

(...) L'aspetto iniziatico del consistere, del percepirsi (dello scriversi), nella propria avventura esistenziale connettibile all'interpretazione dell'evento quotidiano - ormai lo sappiamo - è entrato a far parte dell'odierna e vasta cognizione del realismo (omissis). La Bognanni lo sottintende narrando gli intrecci (omissis) del suo romanzo; la Pasquini lo dimostra parlando dell'Angiolina e di quelle figure nelle loro "piccole storie"; Torero-Ziella trasforma questa per lui basilare consapevolezza in variegate ramificazioni filosofiche (e stilistiche); Sias vi fonda un pensiero facendone pilastro (uno dei pilastri) della sua poetica;
(...) Sias e Bardotti, la Aulicino nel suo scrivere le essenze descrivendo un ambiente, una situazione: sono tutti esempi che vanno oltre l'intento dell'autoritratto verbale, pur presupponendone la costante e inflessibile influenza. Il tempo e la pietra dunque, oltre a rendersi elementi emblematici, sono specchi (e non sarebbe difficile - ma a questo punto superfluo - ricondurre il tutto al Neosimbolismo, all'ottica simbolista odierna).
(...) In particolari temperie produttive dove possono convivere le multiformi nubi sceniche di Roberto Di Pietro e gli impeti di Sias, i teoremi di Loré e l'eros asssolutizzato della Calossi, si sfumano i confini tra prosa, poesia e risacca drammaturgia.(...)

Rodolfo Tommasi, 2006
Rodolfo Tommasi poeta/saggista e giornalista letterario, per 27 anni è al Gr3 Rai scrive per periodici nazionali e opera nel campo della musica e spettacolo - fra le tante sue pubblicazioni "Trilogia del silenzio" e "Pinocchio (Analisi di un burattino)".



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9/06/2005 Lino Lista saggista/poeta :

Mai banale, mai ripetitivo, come deve essere per un vero poeta, che non insegue ma è inseguito dal verso. Il quale verso, almeno nella mia concezione estetica che è simmetrica a quella di Leon Battista Alberti, soventemente vive nelle opere d'arte figurative, donde scaturisce soltanto per goethiane "affinità elettive" o per foscoliane "celesti corrispondenze d'amorosi sensi" col poeta.

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8/06/2005 Raimondo Venturiello poeta/critico letterario :

Una straordinaria sequenza di fotogrammi: lasciano il segno anche nel lettore distratto e muovono forti leve evocative nel lettore che vi ritrova un po' di sé e della propria vita.

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1/06/2005 Lino Lista saggista/poeta :

Quando il poeta si muove per campi semantici analogici, ricercando le "Correspondences" dei suoi sentimenti nelle foreste di simboli della natura, può creare opere affascinanti e travolgenti come "Tempesta marina" di Cristiano.

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16/12/2004 Mary Caridi - scrittrice/poeta :

La sua poesia è magica, sottile e lieve come il granello di polvere, la neve,il fiocco che si posa a terra, solo che non è terra è anima. Colpisce la tenerezza, la malinconia ,lo struggimento ,il rammentare la fine di un amore. Lo stupore per la fine e la sensazione di aver vissuto,per un attimo,una magia. Sassi è bellissima, dolce e amara ed anche tragica consapevolezza di quello che per un minuto, una vita, una sola ora, Sias ha posseduto. Come una speranza è una bella poesia, armonica, musicale, lascia intravedere un mistero, un incontro, qualcosa che si è per un istante sfiorato.

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12/11/2004 Plinio Perilli - critico/saggista/poeta :

"Eppure questo sogno reale potrebbe essere la nostra salvezza", scrive e ammonisce Cristiano Sias alias Se Es, in nome di una poesia onesta, come la voleva Saba, votata a trasfigurare le emozioni vere in piccoli o grandi eventi dell'anima.
Un sogno a occhi aperti - una fantasmagorica stanza degli specchi - che zucchera quotidianamente l'amaro e illumina i chiaroscuri di ogni "effimera incomprensione"... Ma il suo, e nostro "io frantumato" proprio con questo si rinfranca, e coltiva l'orgogliosa, coraggiosa speranza d'innaffiare "come radici secche" le ansie e gli ideali in cui da sempre crediamo. "Là dove tutto non è finito"...

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12/04/2004 Guido De Marchi - pittore/poeta (1a ediz.tiratura limitata di "Sogni reali") :

Ci sono solitudini esistenziali, reali, storiche, spesso ataviche.
In Cristiano Sias, in arte Se Es, la solitudine diventa una struttura portante del suo operare poetico: nasce dalla sua insularità - è un fatto ereditario che è impresso nel suo DNA di uomo di Sardegna - , nasce dagli ampi ed aridi spazi battuti dal vento della sua splendida terra ricca di colori, dove il mare diventa confine di un mondo che è al di là, nasce dal suo carattere chiuso e schivo che lo porta a tenere dentro anche gli impeti più elementari, come in "Capelli bianchi":
E' vero, non ti parlo mai
mi sembrerebbe di parlare a me stesso
tenendomi per mano e ricordando
di non sprecare neanche un minuto
della vita che mi hai dato (...)

C'è nella solitudine di Cristiano tutta la fierezza della sua gente, la consapevolezza del silenzio come tesoro segreto da conservare per i propri pensieri, e tuttavia urge in lui una voglia di farsi sentire che combatte contro questa solitudine una lotta tenace: farsi sentire significa far sapere che si esiste, si "È", attraverso le proprie parole, azioni, pensieri... sogni.
La dimensione del sogno, che è poi quella dei desideri che accompagnano le proprie relazioni con la realtà, diventa in Sias un fatto pregnante, un qualcosa che lo accompagna e lo porta sempre a fantasticare su come sarebbero le cose se... La realtà turbinante dei nostri giorni diventa per Cristiano una distanza epocale che pone la stessa capacità di sognare a distanze inimmaginabili rispetto ai ricordi del suo vissuto di ragazzo; il mondo cambia vertiginosamente ed i sogni nascono spesso già fuori della nostra portata, come antiche leggende nascoste nel tempo. E' così che il nostro poeta si mette alla ricerca delle sensazioni rubate, come in "Vento dal mare":

Vento dal mare
che porti le poesie dimenticate
di paesi sconosciuti e dei misteri
nascosti nelle pieghe del suo corpo
avvolgimi come sabbia di piacere (...)

Vediamo ancora in "Lucciole" il suo rapporto tra il tempo della memoria e quello della realtà che lo circonda:

Scintillano
colgono l'attimo nell'oscurità
ancora brillano
si avvolgono nella tua fatalità
immensamente illuminano
i visi lampeggianti
delle immagini dimenticate
attimi deliranti (...)

e, ancora più sotto:
...Attimi di ardore
degli uomini soli che amano
stelle cadenti (...)

Vediamo la poesia farsi discorso intimistico nel quale dal contesto oggettivo si passa a quello soggettivo, profondo, dove vibrano le corde della sua solitudine che assume valenze quasi ancestrali. Intendiamoci, non è la solitudine dell'uomo che vive in romitaggio in qualche sperduto angolo del mondo, è quella particolare condizione che fa sì che le genti che ci stanno attorno, con le quali ci relazioniamo quotidianamente, siano come al di là di una barriera a livello linguistico e percettivo.
In "Io frantumato" dice:
Ho capito perché sento bambini
piangere nel mio cervello.
Cerco il rumore e la musica assordante
più forte più assordante ma le voci
parlano e raccontano (...)

e riparte alla ricerca di se stesso proseguendo, sotto:

Devo tornare dove il ghiaccio fuma
dove sale affollate ascoltano
la luce nelle pieghe del passato (...)

Ed emergono i sogni, il gioco, l'amore, la percezione dell'infinito. Poi la realtà riprende il sopravvento con le sue angosce, le sue urgenze, i suoi ritmi frenetici e leggiamo in "Ultimo caffè":

fra poco partirò
il rasoio mi rasa da solo
la macchina mi porta via
lo stesso dolore la stessa rabbia lo stesso vento troppo veloce o troppo lento
il vento che non basta a farmi capire
dove vado tra le curve della memoria (...)

dove il mondo dei sogni frantumato dal quotidiano diventa in Sias una sorta di incubo che lo perseguita e gli impedisce di esistere. Si accoda al modo di vivere che lo circonda, si adegua per poi dire ne "Il re dei tonti":

Mi sono ritrovato correndo
come voi fra la gente
senza una spiaggia
dove meditare
sulle preghiere rubate.(...)

Lo sguardo si volge alle ingiustizie, all'egoismo della gente, all'assenza di amore, come malattia endemica e tutta la prima parte del volume echeggia di rimproveri e considerazioni che testimoniano la sua partecipazione e la sua impotenza nei confronti di un mondo che appare privo di logica, dove il bene ed il male si confondono in un indistinto grigiore dove muoiono le illusioni, da "Gusto e disgusto":

nelle vostre mani tese
riuniti insieme dalla speranza
dopo i balli e le contese inutili
abbandonate le vane preghiere
come spade arrugginite
perché anche il demonio vi ha deluso (...)

o da "La campana":

la campana che non suona più
della cappella sconsacrata di Lisnard.
Legata e corrosa dagli sguardi
della gente che non prega più (...)

C'è un cammino nella poesia di Cristiano che lo porta ad esplorare gli infiniti aspetti del comportamento umano e ne trae delle conclusioni, come in "Paradiso":

Il paradiso ha un'aria gelida
coperte di lana e stufe a gas
stipendiati sorridenti e computers rotti
figli spavaldi che passan a tutte l'ore
padroni innamorati dal passato di sale
scale tante scale e stanze disadorne
nessuno che scende a ritrovare le sue voglie
dietro gli altari degli errori cancellati
sui visi uccisi eppure ogni giorno
risuscitati nei loro letti di nuvole.

Si nota nella sua poetica una costante ricerca di versi capaci di evocare immagini e sensazioni con eleganza di linguaggio e ricercatezza di stile e tutta la sua produzione è caratterizzata da una leggibilità estremamente coinvolgente sia sul piano dei contenuti che su quello prettamente lirico, e leggiamo in "L'ultima stella":

Accoccolati spiriti
nel vuoto di una calamita sbagliata
questa vita distratta
che ormai più niente attira a sè (...)

Nella seconda parte del volume il suo rapporto col reale si fa più concreto, i versi rivelano una rabbia latente che fa capolino in questi versi di "polvere del tempo":

Arrampicati sulla giocheria
incuranti del divieto di volare
ridiamo delle vostre risate
perché quando ci avrete guardato
sarete solo polvere nelle nostre mani (...)

o ne "La stanza degli specchi":

fra specchi coperti di fuliggine
sei ora un'altra immagine da rompere (...)

o in "Spaziotempo":

Guardiamo con superficialità
alla gente stanca che avanza
come se noi fossimo felici (...)

Eppure è viva in Sias la consapevolezza dell'inesorabilità del tempo, che tutto coinvolge e macina, Come in "Sassi", "L'albero ombrellone" e tante altre liriche nelle quali emerge la dolorosa consapevolezza dello scorrere dei giorni, degli anni. La sua è la condizione di un acuto osservatore. E' qui che nascono i sogni reali e quelli virtuali che animano la sua vis poetica ed è qui che egli si misura costantemente con il mondo in cui vive cercando una ragione dell'esistere che vada oltre la semplice consapevolezza di sé, ed è proprio con "Sogni reali" che si chiude la sua raccolta lasciandoci questi versi:

da attraversare ora
avvolti di luce abbandonati
abbracciati accarezzati
senza più un'ombra che ci venga appresso
nè più anima né corpo
nè sesso, ce ne andiamo
adesso con le mani nelle mani
incantati felici salvati
dai nostri piccoli immensi
sogni reali (...)

Non mi soffermo sull'aspetto strettamente tecnico delle Poesie di Cristiano perché è sufficiente scorrere pochi versi per coglierne tutta la bellezza e la profonda vena lirica che sempre le anima, mi è piaciuto in queste righe più parlare dell'uomo, così, come mi si è rivelato attraverso le emozioni delle sue parole.

Guido De Marchi, 12/4/2004



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27/2/2004 Edizioni il Filo - Bianca e Nero di Maribì e Se Es (Marinella Belussi e Cristiano Sias) :

In questo lavoro a due voci, che equilibra perfettamente le due facce di una stessa anima lirica ruggente e decisa, appare difficile non lasciarsi andare al desiderio di compartecipazione, sintonia e contaminazione con i versi. La parola poetica diventa infatti strumento dialettico per eccellenza in cui le due personalità di Maribì e Se Es (o se vogliamo di Bianca e Nero) si contrappongono e si bilanciano in maniera perfetta. Si tratta di una sfida, di un rilancio continuo in cui vittima è soltanto il lettore di passaggio, poco attento alle sfumature e ai dettagli lirici ("Ti piomberò sulla testa/ per sbriciolarmi su di te/ nella nebbia soffocata/ di cristalli d'arcobaleno"). Tema di fondo, come abbiamo accennato, il confronto, la sfida, ma da qui partono miliardi di possibilità espressive che portano le due voci a parlarsi, a spingersi nelle direzioni più bizzarre, rischiose e inusitate. La parola diventa fluido e quindi spazio che si contrae e avvicina gli animi dei protagonisti intenti a rivelarsi nelle loro passioni, emozioni, illusioni di insondabili necessità e nostalgia ("Il giorno ti scivola tra le dita/ pensi già al domani./ Appuntamenti,/ sorriso sui denti/ strette di mano./ Ripide salite/... (continua - Vedi "Articoli")

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7/10/2003 G. Perrone - dir. rivista il Filo - (Anime) di Cristiano Sias :

Un lavoro poetico interessante e ricco di suggestioni che, pur non rinunciando alla liricità, va ad inserirsi nella grande tradizione della poesia-racconto, in cui la forza del contenuto e della realtà che si vuole narrare, prende il sopravvento su tutto. Di qui anche l'attenzione e la ricerca linguistica che accompagna il lavoro poetico, dando profondità e spessore letterario ai versi.

-FINE-
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