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Cristiano Sias

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SONO LE MIE PAROLE

Le mie parole sono sassi, precisi aguzzi pronti da scagliare su facce vulnerabili e indifese, sono nuvole sospese gonfie di sottintesi che accendono negli occhi infinite attese, sono gocce preziose indimenticate a lungo spasimate poi centellinate sono frecce infuocate che il vento la fortuna sanno indirizzare, sono lampi dentro un pozzo cupo abbandonato un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato sono foglie cadute promesse dovute che il tempo ti perdoni x averle pronunciate sono note stonate su un foglio capitato x sbaglio tracciate poi dimenticate le parole che ho detto oppure ho creduto di dire lo ammetto. Strette tra i denti passate ricorrenti inaspettate sentite o sognate.
Le mie parole son capriole palle di neve al sole, razzi incandescenti prima di scoppiare sono giocatoli e zanzare sabbia da ammucchiare piccoli divieti a cui disubbidire sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo che non mi riesce di spiegare, fanno come gli pare si perdono al buio x poi ritornare.
Sono notti interminate scoppi di risate facce sovresposte x il troppo sole sono questo le parole dolce o rancorose piene di rispetto oppure indecorose sono mio padre  e mia madre un bacio a testa prima del sonno un altro prima di partire le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire strette tra i denti risparmiano i presenti immaginate sentite o sognate, spade fendenti al buio sospirate perdonate, da un palmo soffiate.
(Samuele bersani)








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